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Alpinismo giovanile CAI Bergamo

Ripercorrere i “sentieri” del nostro passato permette di notare come le varie attività fossero impostate molto seriamente e venissero seguite a  quei tempi,  da persone che avrebbero lasciato un segno indelebile  nella storia, nella scienza e nella cultura bergamasca. D’altro canto le iniziative assumevano per lo più, ora come allora, caratteristiche di  volontariato per cui la loro attuazione o il loro abbandono magari per anni dipendeva dalla presenza o meno, dalla disponibilità o meno e dalla sensibilità o meno delle varie persone o gruppi. Periodo  particolare possiamo definire quello “regimentato” fra le due guerre, dove i vari programmi, anche e forse sopratutto quelli per i giovani,  erano attivati e sostenuti a livello statale ed in alcuni casi addirittura militare, come accadde per il “Gruppo Rocciatrici”, dove gli elementi di spicco del “gentil sesso”  venivano addirittura avviati alla scuola militare alpina.

DA “CENTO ANNI DI ALPINISMO BERGAMASCO”

Il contenuto di questo mirabile testo apre una pagina di storia sia sull’evolversi del nostro alpinismo ma anche e sopratutto sulle molteplici iniziative intraprese dal sodalizio che da sempre si dimostra interessato a tutto campo sul vivere sociale del territorio. I giovani fanno parte di questo tessuto e la Sezione è sempre stata attenta alle loro problematiche, anche se gli esordi non furono del tutto lusinghieri …… 26 aprile 1886, 13° assemblea annuale, …. l’ingegner Albani, (alpinista, vicepresidente della sezione dal 1888 al 1898, presidente dal 1899 al 1915, progettista ferroviario ed anche edile: rifugio Coca, ed in seconda battuta del Curò)  sottolinea, sicuramente con forte ed ironico rammarico, che… alle forze alpinistiche bergamasche, continua  a mancare la linfa dei giovani,… “attaccati come ostriche allo scoglio dei lastricati del Sentierone e di Piazza Garibaldi”…” se i giovani non giungono  a riempire le nostre file correremo il pericolo di vedere convertita la nostra in una società di Veterani e Reduci e  con tutto il buon volere non rimarranno che di nobile esempio a chi non li vuol seguire…”

Nel 1893, anno del ventesimo, le cose migliorano ed alcuni giovani portano ad una settantina gli iscritti del sodalizio. Nell’anno seguente, 12 luglio 1894, si organizza la prima gita scolastica, di tutto rispetto, considerato che partendo da Bergamo si raggiunge Sondrio passando attraverso i passi di Aviasco e Valcervo. Visto il successo venne organizzata una seconda gita accompagnata dall’ Ing. Albani, alla quale parteciparono sia allievi del Ginnasio che e delle scuole Tecniche. Ancora nel 1919 si ha notizia della ripresa sia delle gite scolastiche che della tradizionale festa degli alberi, con tanto di baldacchino e gonfaloni,  intesa come partecipazione comunitaria non strettamente legata alla presenza giovanle: (come possiamo notare, sin dalle prime battute,  i problemi sono quelli di sempre e le attività prendono vita solo se ci si mette l’impegno dovuto.)

DAI BOLLETTINI MENSILI CAI DELLA SEZIONE DI BERGAMO

1920 – L’ articolo: Uno sguardo al passato rievoca le varia attività della nostra sezione sin dalla fondazione, avvenuta il 23 Maggio 1873,  con l’adesione di 49 soci. Oltre alle varie attività: adattamento di una baita nel 1875 al Passo della Scaletta (l’attuale Brunone) ed alla erezione del primo vero rifugio al Barbellino, (l’attuale Curò)  avvenuta nel 1885,  riedificato nel 1895 ed ampliato ancora nel 1914 (l’Europa era già in guerra): l’articolo stesso cita come dal 1900 la Sezione attuasse già il così detto “turismo scolastico”. Sempre sullo stesso numero ne viene riportato il programma relativo,  al quale si accompagna  anche la programmazione di “Una settimana alpinistica al piano del Barbellino , Attività delle quali compaiono regolarmente dettagliate descrizioni, compresa la salita all’Alben effettuata partendo naturalmente a piedi da Ambria (raggiunta con treno “speciale”da Bergamo)  e ritorno , il giorno successivo, sempre a piedi sino a Vertova.

Uno stralcio dall’ articolo Turismo scolastico,  è al riguardo, abbastanza esaustivo:”…..anche nella nostra città funziona da tre anni – quindi dal 1917: in piena prima guerra mondiale – la Commissione Provinciale di Turismo Scolastico. Lo scopo è quello di portare i giovinetti delle nostre scuole ai monti, in gite adatte alla loro età ed alle loro forze…..queste attività  compiono altresì  e sopratutto, opera integrativa della scuola….Solo l’osservatore superficiale può vedere e pensare che si tratti di uno svago…ma chi sa guardare oltre la  superficie delle cose,  vede senza fatica come dalle prove, sia pure modeste, ne esca , forse ancora prima del corpo , ritemprato lo spirito…….”

Ancora di turismo scolastico si parla nel bollettino del febbraio 1921″…..ripreso il cammino, si trovò neve abbondante, il che del resto, rallentò la marcia ma contribuì a rendere più interessante la gita, specie per le giovani reclute della montagna….gli spostamenti avvenivano con “treni” appositamente allestiti, denominati “speciali” (da “Salita al pizzo Serra” – l’attuale Cerro)

Nel 1925 dal Bollettino di ottobre si nota come si sia perso nel frattempo qualche colpo,  infatti….la sera del 19 novembre convennero in sede professori e studenti per la ricostituzione del Gruppo studentesco e per formulare il programma da svolgere il prossimo anno scolastico…..l’articolo riporta anche  il regolamento stesso – 10 punti –   che venne approvato nell’Assemblea di costituzione, nell’ottobre 1922…. si parla anche del gagliardetto specifico ….. “Il gagliardetto verrà recato in occasione delle manifestazioni indette ed organizzate dal Gruppo stesso, mentre non potrà essere recato nelle manifestazioni di qualsiasi carattere cui non partecipi ufficialmente  la Sezione, salvo speciale autorizzazione ….

Nel Bollettino di Febbraio del 1926 si parla invece di quello che si potrebbe definire in gergo” il primo raduno interregionale,  relativo ad una “Gita Scolastica Al Monte Gremaldo (m 1324 – Val Cavallina)….con gli studenti bergamaschi vi era anche una rappresentanza di alunni del Liceo scientifico di Milano, che avevano accolto con entusiasmo l’invito; ma gli effetti del carnevale ambrosiano, ostinatosi a morire anche quest’anno nella notte dal sabato alla domenica assottigliarono la balda schiera…..

DAGLI ANNUARI DELLA SEZIONE

L’Annuario del 1936: il primo,  è dedicato ad Antonio Locatelli, aviatore morto tragicamente il 28 giugno dello stesso anno  a Lekenti, in Somalia: alla sua insigne figura è dedicata la nostra Sezione. Nell’Annuario è riportato un lungo articolo sulla “Propaganda per gli sport invernali in bergamasca” dove si fa menzione  di una curiosa mancanza: quella di un trampolino per il salto con gli sci “….Per quanto riguarda poi l’indirizzo delle masse giovanili verso la specialità  tornerebbe facile, una volta organizzato l’impianto delle scuole, dei maestri, delle piste, fare obbligo alle organizzazioni giovanili dell’esercizio continuato del salto, perché un’altro assioma  è questo: ” per ottenere brillanti risultati nel salto occorre iniziare da giovani…”Molti Giovani Fascisti, la scorsa stagione, ebbero a lamentarsi perché nei loro Campionati, vi  erano comprese tutte le specialità, discesa libera ed obbligata, fondo , staffetta e non il salto…”

Un articolo dell’annuario del 1937, prendendo spunto dal “Foglio disposizioni n° 81 della Sede Centrale  è lapidario: Parlare chiaro e Proposte concrete: largo posto ai giovani. L’articolo è in sé abbastanza particolare ed emblematico perché la sezione ha da poco perso il fior fiore dei propri alpinisti: Beppe e Celeste Longo, Parravicini, Colombi e Giaccone…..vi troviamo scritto:… la nostra Sezione difetta di elementi giovani che abbiano seri intendimenti alpinistici, perché orientati attualmente verso lo sci agonistico o lo sci comodo o verso una forma di alpinismo più comoda ancora….Il C.A.I.  deve fare il possibile per combattere questa tendenza  che è degenerazione  e debolezza, aiutando e spronando: evidentemente questo aiuto deve essere fattivo e tempestivo e rivolto ai più meritevoli e bisognosi…perciò Giovani Alpinisti: avanti”.

E’ da notare che la forte propaganda  di quei tempi, insita anche in seno al CAI, era tesa a non menzionare  le varie disgrazie che accadevano in montagna e quindi passò sotto silenzio anche quanto accadde ai Longo. Evidentemente queste note sono legate a quei  tempi, mentre di tono ben  diverso saranno quelle  che in seguito ad una serie veramente impressionante di disgrazie compariranno, come vedremo, sull’annuario del 1968. Comunque, nelle righe dell’ Annuario e  sempre sullo stesso tono compare anche un bando: per i giovani alpinisti che intendono iscriversi alla Scuola Militare di alpinismo” Battaglione Duca degli Abruzzi”di Aosta.

ANNUARIO 1938

Ragazzi sui tremila, Impressioni d’alpinismo giovanile: di Giovanni de Simoni, Editrice “Montes” Torino, L. 10. “… A tre anni dalla morte di Agostino Parravicini,  l’Autore che del “Nostro” (compianto alpinista) fu, più che amico, fratello, rievoca nel libro le ore gioiose ed avventurose della comune adolescenza: dalle fanciullesche scorribande sulle Orobie sino alle prove decisive e durissime sui colossi retici ed a quel tragico tentativo del 2 agosto 1935 sul torrione di Zocca dove, vicino alla meta, la “Giovane Aquila” giacque con le ali infrante. Sono pagine che nessun bergamasco può leggere senza profonda partecipazione del cuore. Ma fra coloro che non ritroveranno – come noi – in questo libro un’immagine familiare e cara, non pochi sentiranno di amarlo, ritrovandovi, in un certo qual modo, sé stessi. Ché sempre i primi contatti fra la montagna e le anime vergini, che la scoprono e le si donano sono avvolti da un’atmosfera d’incanto e quasi di mito: e sempre poi l’anima ritorna ad essi con quel medesimo vagheggiamento nostalgico che ispira all’autore stesso accenti di così schietta poesia. (da allora la sezione di Bergamo organizza sulle nevi del Calvi una crono scalata sci alpinistica  a squadre, dedicata al Parravicini,  di richiamo internazionale)

ANNUARIO 1940

L’articolo riportato titola: Gioventù Italiana del Littorio – Reparti Alpini –  Sommario dell’attività svolta sino all’ottobre del 1940. Probabilmente si parla di ragazzi ai “limiti di età” per quello che riguarda l’alpinismo giovanile almeno in Italia, mentre come sappiamo per L’UIAA si arriva sino ai venticinque anni.  L’attività riportata nell’articolo, prettamente alpinistica,  è comunque di tutto rispetto ed intensa  sopratutto se messa in relazione alle tecniche, ai materiali ed alle conoscenze di allora. Si inizia con il reclutamento degli elementi, la scelta degli istruttori, l’inquadramento dell’organico, la preparazione dei materiali e la selezione degli idonei. Le mete sono quelle storiche di sempre: Cornagera, Grigna, Presolana , alle quali si affiancano le salite al Redorta, al Gleno, al Tre Confini , allo Scais, al Dente di Coca per annoverare anche la traversata delle cime d’ Arigna con tredici partecipanti suddivisi in quattro cordate.

ANNUARIO 1945

Fra le varie attività se ne riportano almeno due che riguardano il campo che più ci interessa. Un primo articolo parla della “ripresa del turismo scolastico” ed un secondo ci riporta alle iniziative della Sezione rivolta agli studenti laureandi…..domenica 28 aprile, primo anniversario della liberazione d’Italia, la nostra sezione indice una gita popolarissima sul Canto Alto, con celebrazione  della messa presso la croce obelisco della vetta. La cerimonia, indetta sotto l’alto patronato dell’ A.N.P.I. locale, ebbe l’adesione ufficiale da parte di S.E.  il Vescovo, dell’Onorevole Sindaco, del C.L.N. di Bergamo  e delle Società Escursionistiche locali… La sezione ha intenzione di rendere tradizionalmente annuale la cerimonia (cosa che avviene comunque ancora adesso in altro luogo con  la commemorazione annuale dei propri caduti.) Alla manifestazione partecipò anche un forte ed ordinato gruppo di  Giovani Esploratori, …..in occasione della messa, si fece un primo esperimento di “turismo scolastico” invitando scuole e professori a parteciparvi. Vennero rappresentanze del Liceo Scientifico, dell’ Istituto Tecnico Industriale e…..notevole fu inoltre l’affluenza dell’Avviamento Commerciale: si prese così contatto pratico per la stesura di un programma per il prossimo anno scolastico … si tenga inoltre presente che il T.C.I. sta gia svolgendo analoga opera  anche presso il competente Ministero dove ha incontrato calda adesione e promesse di aiuti. Sull’annuario del 1948 compare una simpatica e lunga “chiaccherata” come la definisce l’autore stesso Giovanni Blumer dal titolo: L’alpinista e gli anni che passano. L’autore frequenta la montagna sin dalla tenera età ma quei tempi se li ricorda vagamente come noiosi”….Qualche anno dopo però già cominciava a manifestarsi in me  e nei miei coetanei  un certo spirito d’avventura, già alpinistico in parte,  forse accresciuto dalla lettura dei primi romanzi  e dalla lettura delle vecchie riviste del C.A.I.  ” Le Alpi Orobiche”  le cui relazioni , quasi tutte prime ascensioni a quei tempi, mi appassionavano moltissimo….ma fu soltanto sui 15 anni, in seguito ad alcune giornate bellissime passate in Engadina, che scopersi improvvisamente la vera montagna, la grande montagna che possiede magnifiche vette, creste e canaloni, ghiacciai, boschi e pascoli fioriti di rododendri e genziane, tutto un mondo a sé, meraviglioso…” A dimostrazione che comunque la montagna ” non ha età” Sull’annuario del 1949 viene riportata una foto alquanto significativa, nelle didascalia si legge: Il Sig Umbetrto Tavecchi (sigaro in bocca) ha festeggiato il suo 70° compleanno salendo il Badile, nel luglio scorso, accompagnato da giovanissimo Riccardo Crippa di anni nove (debitamente legato con corda in canapa ed enorme nodo di sicurezza) Sempre sullo stesso Annuario troviamo un’altro articolo a firma di Ruggero Marabini, dal titolo: Noi studenti e la montagna”. L’articolo è polemico nei confronti degli adulti che pensando ai giovani ritengono che gli stessi ….. non possono comprendere appieno la misteriosa  e sublime bellezza di questo mondo sempre nuovo.. (la montagna ovviamente),  ma questi giovani fanno sul serio …….. e da veri sibariti di questa nostra gioia spirituale, andiamo a cercare  le cose più belle: pensate  ad una arrampicata notturna in Presolana, in una notte di luna piena, con bivacco in vetta e la visione  impagabile dell’alba che incomincia ad indorare le cime  e pian piano scende  verso le valli …. l’articolo prosegue poi dicendo:… in montagna non gelosie, invidie, nulla di ciò: quelli che hanno provato la gioia intima che da la responsabilità  di capo cordata, mi potranno comprendere, ci si sente dei semidei in lotta con la natura, per vincerla ed amarla ancora più dopo la vittoria.  Eppure mai litigi ne bronci: ciascuno di noi sa chi è il più degno e questo basta a troncare ogni discussione …. La montagna è fatta per tutti ma ancor di più per noi che portiamo ad essa le nostre giovani energie, che la amiamo con cuore fedele ed appassionato fin d’ora,  che avremo  sempre vivo in noi il ricordo della sua bellezza. Nelle pagine dell’Annuario del 1950 troviamo un articolo di Alberto Corti, (vicepresidente nel 1951 e presidente dal 1965 per lungo tempo). Il titolo del suo scritto è: “Tema in Classe” e racconta di “una giovane ed intelligente ” maestrina di un paesino dell’Alta Valle Brembana che ha avuto la geniale idea di dare come compito in classe ai suoi piccoli alunni di quinta elementare, appunto, il tema:  “Perché amo la montagna”. Giuseppina C. scrive :… Anche se in montagna non ci sono le comodità della pianura ed i divertimenti di città io sono contenta di esserci nata e di viverci…” Brava Giuseppina” dice il Corti “…..plausi vivissimi per il tuo giusto orgoglio di piccola montanara, conscia della bellezza del paese che ti ha visto nascere e che amerai per tutta la vita.

Gli Annuari del C.A.I. di Bergamo riportano sempre molti articoli, dalle extraeuropee sino alle più semplici e sentite poesie ma in essi viene dato sempre spazio anche ai giovani. In quello del 1951 troviamo un articolo del francese Saint Loup, riportato in lingua originale. Esso titola ” Il movimento francese Jeunesse et Montagne”. Saint Loup è un autore famoso,  fra i suoi titoli “Face nord” e “La Montagne n’a pas voulu”. Ha aderito alla richiesta  di collaborazione del nostro annuario inviando un articolo per far conoscere la situazione creatasi in Francia  all’indomani dell’ armistizio (a proposito del quale Petain dichiara: l’ armistizio che ho chiesto ai tedeschi ha salvato la Francia) ed il correlativo  problema dell’educazione di quei giovani  che non potendo adempiere al servizio militare dovevano pur fare un’esperienza di vita collettiva. Così dall’intendimento del governo della  Resistenza di voler  creare un’armata clandestina, sorse quel movimento ” Jeunesse et Montagne” che in ultima analisi non mirava cha a creare buoni alpinisti “…..per mezzo della montagna i giovani ricercano quella grandezza e quell’eroismo che a loro è negato dall’incivilimento  delle masse: Rebuffat con Terray saranno il primo frutto di questo movimento.

Ora compiamo un lungo salto: nel 1963 cade il centenario della fondazione del Club Alpino Italiano, a Bergamo vengono svolte diverse iniziative e conferenze come quella tenuta da Spiro Dalla porta Xidias e si prosegue anche con azioni particolari come l’inaugurazione della “Scuola del Centenario” offerta dal CAI di Bergamo alla frazione Rava del comune di Valtorta: si tratta di una scuola elementare ideata dall’allora presidente Rag. Ghezzi su progetto dell’architetto Sandro Angelini e di Emilio Corti .

Sull’annuario del 1965 compare per la prima volta in forma sintetica la situazione degli iscritti suddivisa per sezione e sottosezioni, a quel tempo solo sei rispetto alle diciotto attuali. Su 1676 soci della Sezione, 116 sono giovani, mentre gli iscritti delle sottosezioni sono 816 dei quali 56 giovani: la sezione in effetti dovrà farà ancora molta strada prima di arrivare agli attuali 9803 soci, dei quali 792 giovani.

L’annuario del 1966, in apertura  fa il punto sull’erigendo Rifugio Albani. Vi sono note relative anche ad una”gita” sociale con salita al Kenia ed al Kilimangiaro per le quali si sottolinea: “…è risaputo  che l’alpinismo è essenzialmente attività fisica, dinamismo, scalate, esplorazione ecc. e che pertanto è attività riservata, se non esclusivamente, almeno in parte preponderante, ai giovani. Ma i giovani non amano solo il dinamismo infatti uno di loro entra nel comitato di redazione dell’annuario infatti vi troviamo scritto…… In un’epoca in cui il problema dei giovani è ampiamente dibattuto su quotidiani e rotocalchi, alla radio ed alla televisione ed è spesso anche ravvisato ed abbassato ad arida diatriba tra minorenni e “matusa” giova ancora una volta sottolineare come i migliori risultati, anche nella vita di una associazione alpinistica, siano sempre frutto di una fattiva collaborazione e del reciproco completamento fra nuove e vecchie leve. A conferma che tale concetto  è in noi ben radicato, annunciamo infine ai cortesi lettori di aver accolto un giovane, Glauco Del Bianco, nel comitato di redazione affinché anche in questa, come nelle altre attività sezionali, sia garantita la continuità della gloriosa tradizione dell’Alpinismo bergamasco: Glauco è un’ altro “degli eternamente giovani” che tutti conosciamo, presenti in ogni dove nelle varie iniziative C.A.I. di ogni Sezione.

Sempre sullo stesso annuario compare un articolo dell’avvocato Alberto Corti: allora  presidente di sezione. Il testo è abbastanza lungo e dispiace non poterlo riportare tutto. L’autore si interroga sulle iniziative che riguardano i giovani e scrive suppongo, non senza amarezza: “… Il problema dei giovani non è ancora stato risolto. Si era tentato, alcuni anni fa, di avere contatti con la scuola, ma purtroppo anche questi tentativi, che erano gia stati coronati da qualche successo non hanno dato alcun frutto. Anzi le autorità scolastiche hanno recentemente persino negato al Club Alpino Italiano l’uso dell’Auditorium per conferenze e proiezioni in  quanto non ritenevano che il salone potesse essere usato da altri che da insegnanti per conferenze didattiche o proiezioni a scopo istruttivo…. Ciò starebbe a dimostrare che le autorità scolastiche di Bergamo ritengono le proiezioni che il C.A.I. organizza non aventi un carattere educativo e culturale mentre lo dovrebbero avere i films Westewrn che vengono proiettati al sabato ed alla domenica per tutti i ragazzi delle scuole stesse. Proprio le conferenze e le proiezioni hanno attirato invece molti giovani tra le file del Club Alpini e molte simpatie sono state dimostrate dalla cittadinanza  per queste attività culturali, che la Sezione svolge nell’interesse di tutti.

Nel 1967 l’attività sociale è diminuita di un poco, questo perché si incomincia a diffondere la possibilità di spostarsi con mezzi propri. Nell’attività alpinistica si sottolinea comunque come, alcuni giovani si siano distinti anche in imprese di tutto rispetto partecipando alla Scuola di Alpinismo organizzata dalla sezione di Bergamo…..” I giovani sono la speranza del domani e la Sezione intende sempre più e sempre meglio occuparsi di loro, cercando di venire in contro alle loro necessità….ci auguriamo che essi possano, con perfetta conoscenza e capacità, assumere le redini della nostra organizzazione.

Purtroppo conoscenza e capacità almeno in campo alpinistico nel 1968 verranno tragicamente meno, l’annuario del 1968 si apre con il titolo:   Continuare?

…..Nella scorsa stagione la Presolana è stata teatro di una catastrofe che, per numero di vittime, non ha riscontrato nella storia a volte dolorosa delle nostre Orobie. Questa disgrazia ci ha lasciato tutti esterrefatti. Ma non è stata la sola purtroppo. Nell’arco di tutta la stagione alpinistica ben dieci sono stati i morti oltre ad un disperso e a parecchi feriti più o meno gravi. Sono tanti. Sono troppi. Non possono che fare seriamente meditare.

E’ evidente che non esiste una stretta relazione fra quantità di attività sociale svolta e numero di soci, e tantomeno responsabilità oggettiva di chi presiede a questa attività e tragico ripetersi di incidenti con relativo sacrificio di vite umane.. Ma quando il numero di incidenti mortali è così elevato …ogni persona ragionevole non può non provare un senso di umano sgomento……Siamo certi di aver propagandato l’amore per la montagna nelle sue migliori manifestazioni?…siamo soprattutto stati capaci di farci capire dalle nuove generazioni?….Se le drammatiche conseguenze che la propaganda e la diffusione della passione per la montagna e l’alpinismo portano alle tragiche considerazioni esposte, allora nasce in noi il possibile dubbio: vale la pena continuare?

Tuttavia così come la vita continua e si evolve proponendo agli uomini sempre nuove sfide, traguardi ed enigmi sul proprio  futuro, anche il CAI prosegue cercando di non dimenticare il passato ma anzi di utilizzalo come monito e base per percorrere “itinerari” sempre più sicuri. Sull’Annuario del 1975 nella raccolta sintetica delle attività compaiono unite, per la prima volta,  le iniziative della Scuola di Alpinismo ed Alpinismo Giovanile per la quale molto hanno fatto le sottosezioni.  Il 75 è probabilmente un anno particolare, infatti la Commissione Nazionale di Alpinismo Giovanile invita la Sezione di Bergamo ad organizzare un raduno regionale con meta niente meno che il Pizzo Coca  ….. Per l’avvenire riteniamo di dover incrementare maggiormente questi interventi diretti della Sezione sui giovani anche senza avere lo stimolo e la richiesta da parte  della Commissione CAI  Centrale”.

Anno particolare anche per Lino Galliani, (futuro Accompagnatore Nazionale ed autore di questo testo)  per lui  è il  primo anno di iscrizione al CAI e  sullo stesso Annuario compaiono i primo suoi articoli. Uno riguarda per l’appunto la salita al Coca, che lo vede come accompagnatore ancora in erba, diretta e seguita dall’allora presidente Avv. Corti, ed un  secondo dove compare come novello alpinista con tutto l’entusiasmo del caso …..Se l’alpinismo ha occupato parte della mia vita, l’accompagnare giovani riempie tutt’ora il mio tempo libero dimostrando come alcune scelte iniziali diventano successivamente anche scelte di vita.

…..Sempre nel 75 … anche la nostra sezione, al pari delle consorelle lombarde ha sentito la necessità di affrontare con la massima importanza il problema di avviare e di preparare i giovani alla montagna e, oltre alla consueta Scuola di Alpinismo, ha dato corso ad una facile gita al rifugio “Alpe Corte”….E’ un primo contatto con i giovani che dovrà avere in futuro un più ampio sviluppo …..

Nel 1976 tenendo fede alla propria promessa, la sezione crea un primo nucleo di persone che organizza e segue le attività di Alpinismo Giovanile inoltre scorrendo le attività delle sottosezioni si può senz’altro ricordare quella molto intensa  di Vaprio.

Un nuovo impulso lo abbiamo nel 1977, la commissione alpinismo giovanile  si amplia, la conduce Sergio Arrigoni con Maria Piera Casale, mentre possiamo annotare come nota curiosamente positiva che l’allora avv. Alberto Corti, oltre ad essere presidente di Sezione era componente delle commissioni: Amministrativa e Livrio, Culturale, Alpinismo Giovanile, Tutela della Natura, Alpinismo, Rifugi ed ovviamente componente di quella Legale. Notiamo che in quell’anno, della Commissione Alpinismo faceva parte anche il giovane Tino Marchetti, ottimo studente universitario nonché promettente alpinista ed amico: un incidente mortale al Medale, straziando la vita dei propri genitori, porrà fine alla sua giovane vita, tuttavia  suo padre Claudio, nonostante la grave perdita, continuerà ad occuparsi sia della vita del Sodalizio che della commissione AG.

Sempre nel 77 e sempre prendendo spunto come veicolo di informazione l’annuario della nostra Sezione troviamo un curioso articolo dal titolo: I giovani chiedono. Le firme sono di  undici amici, purtroppo una di loro Federico Madonna giovane e promettente alpinista, leggero e velocissimo, perirà in un incidente in canoa. La montagna è anche questo ma è anche, come a volte sembra troppo facile ripetere e sottolineare una fucina del futuro. Gli altri firmatari scriveranno infatti parte della storia moderna della nostra Sezione diventando alcuni Accademici, altri Presidenti di commissione altri ancora componenti del Soccorso Alpino o Istruttori di Arrampicata Sportiva, oppure  Accompagnatori Nazionali di A.G. come lo scrivente.

Nel 78 la Commissione Sezionale inaugura un piano operativo rivolto alla sensibilizzazione dei ragazzi delle Scuole Medie Inferiori su temi naturalistici, ecologici, storici e sportivi. Per svolgere questo compito verrà utilizzato il materiale presente nella Biblioteca Sezionale ma anche molti dei filmati della Cineteca Nazionale. Sempre sull’annuario di quell’anno compare l’articolo “Alpinismo Giovanile”, la firma è una sigla ma è facile scoprire che si tratta dei pensieri di Alberto Corti….” l’Alpinismo giovanile esiste da quando gli uomini sono interessati alle montagne, non solo per salirle, ma per viverle e senza andare troppo indietro negli anni basta riportarsi al “Turismo Scolastico” ed a quei professori, veri educatori, che la domenica portavano in escursione in montagna gli allievi che dimostravano interesse….”E’ stato detto che con l’Alpinismo Giovanile si voleva ringiovanire il CAI. Ma non ne vedo la necessità: il CAI è sempre giovane, siamo noi che purtroppo invecchiamo, anche se non con lo spirito…..”può sembrare un controsenso, ma per diffondere l’amore della montagna, sono utili se non indispensabili quelle persone che delle conoscenze acquisite, possono rendere partecipi chi per la prima volta si avvicina ai monti.

Giungiamo al 1979,  nella commissione Alpinismo Giovanile entrano a far parte alcuni giovani. Luca Merisio, attratto sempre di più dalla sua nascente professione, attualmente è un affermato fotografo storico naturalista nonché consigliere sezionale  si fermerà poco, ma troviamo Massimo Silvestri, ideatore per lungo tempo di tutte le gite proposte e Lino Galliani che ininterrottamente da allora si occuperà di AG.  Sull’annuario del 1980, nelle note introduttive si possono leggere le seguenti righe,  testimonianza di come le situazioni possano variare mostrando alti e bassi della vita di ciascuna commissione…….Questa dell’Alpinismo Giovanile, come la definisce il suo presidente Lino Galliani, in una accorata lettera indirizzata al Consiglio, è la “Cenerentola “ delle Commissioni, e si fa strada con grande difficoltà fra problemi di organizzazione, di gestione, ma soprattutto di uomini disposti a collaborare, tanto è vero che Galliani si è trovato a lavorare pressoché da solo…La commissione comunque partita ottimisticamente con un programma di intervento delle scuole non si è trovata del tutto pronta nel sopperire alle notevoli richieste delle stesse…..

Nonostante le difficoltà insite in ogni esperienza di volontariato nel 1981 si registra praticamente un primato probabilmente ancora adesso ineguagliato, infatti oltre alle gite ed agli interventi di carattere didattico nelle scuole, si sono proiettate a rotazione ben quaranta pellicole della Cineteca Centrale. L’attività è così decollata anche grazie alla collaborazione di “genitori soci” fra di essi troviamo anche Alberto Tosetti che molto tempo dopo diventerà presidente, e lo è tutt’ora,  della Commissione AG.

Nell’82 il gruppo continua il suo processo di rinnovamento con l’ingresso Mauro e Massimo Adovasio ma è anche  sicuramente da ricordare il forte contributo sia umano che scientifico di Rocco Zambelli, allora conduttore del Museo di Scienze Naturali di Bergamo.   Per la prima volta inoltre due componenti della Commissione partecipano a corsi di formazione. Altri giovani rafforzano il gruppo nel 1983, troviamo infatti: Paolo Manetti, Dario Sassi e soprattutto Giulio Ottolini che saprà dare alla commissione un nuovo assetto, conducendola con serena ed intelligente pacatezza. Purtroppo Giulio ci lascerà prematuramente a causa di una inguaribile malattia: continuerà e continua tuttora la sua opera, con dedizione, la moglie Antonella Aponte, attualmente responsabile del GID: Gruppo Interdisciplinare Scuola. L’83 è un anno particolare, si collabora con varie sezioni lombarde fra le quali Verona: un sodalizio durato ben dieci anni, si inizia la collaborazioni con le sottosezioni e con l’Assessorato della pubblica istruzione e si accompagnano scolaresche addirittura al Gran Paradiso. Degno di nota l’anno 1986, Clusone in collaborazione con Bergamo ed il soccorso alpino organizza un incredibile e memorabile Raduno Nazionale di Alpinismo Giovanile. A Bergamo vengono inoltre interessate ben settantadue classi con la partecipazione di 1700 studenti: performance probabilmente ancora imbattuta; Massimo Adovasio e  Paolo Zanchi prendono il brevetto di Accompagnatori Regionali.

La commissione Alpinismo Giovanile in quegli anni,  programma  ormai secondo attività standardizzate, si sta uscendo quindi da un lungo periodo di gestazione per entrare praticamente nella storia moderna  dell’AG di Bergamo,  anche perché aumenta sempre di più  il contributo fornito dalla Commissione Centrale e Regionale. Possiamo quindi concludere questa lunga galoppata citando a titolo indicativo, l’attività di due annate per così dire, particolari. Nel  1988 gli accompagnatori che hanno contribuito allo svolgimento delle varie attività sono stati addirittura venti, Massimo Adovasio entra come componente nella  Commissione Regionale Lombarda, Lino Galliani viene nominato Accompagnatore Nazionale AG. (attualmente è vicepresidente della commissione AG di Bergamo) e nella commissione  troviamo  anche Alberto Tosetti, uno di quei genitori che solitamente accompagnavano i propri figli alle varie attività e che ora è, guarda caso, e da lungo tempo, Presidente della commissione stessa.

Nel 1999 dalla Val Malenco i nostri “aquilotti” tornano con il “Trofeo Regionale di Alpinismo Giovanile” , tutte le gite sono precedute da incontri a tema ed inoltre giunge dalla Commissione Regionale Lombarda l’autorizzazione per effettuare il I° Corso di formazione per Aiuto Accompagnatori AG di Bergamo: corso svolto a gennaio, febbraio e marzo del 2000. Lo organizzano gli ANAG Lino Galliani ed Adriano Chiappa, i regionali Massimo Adovasio, Luca Barcella ed Alessandro Benigna con la collaborazione ovviamente dei componenti di commissione sezionale.

In poche righe non è tuttavia possibile riassumere tutto. Scorrendo le pagine degli  Annuari si incontrano i nomi di tanti accompagnatori: veramente tanti e si può senz’altro affermare  che anche molti dei componenti di altre commissioni, consiglieri compresi hanno dato il proprio tempo per i ragazzi:  vedi ad esempio Gianni Scarpellini: cineoperatore, Angelo Gamba: indimenticabile redattore dell’Annuario stesso ed Alberto Corti: a lungo presidente della Sezione.

Alcuni “ragazzi” di allora ormai sona adulti: Caserio, Conconi, Zanchi, Manetti ed il simpatico Giorgio Piccinini, che ancora adesso ci accompagna nelle gite più impegnative, hanno figli ed anche attività in proprio come Massimo Silvestri o Dario Sassi. Altre persone purtroppo ci hanno lasciato “per andare oltre”, sono Dario Grando, Ermenegildo Azzola o gli indimenticabili Ottolini e Milani. Diversi altri come suol dirsi, stanno mettendo su famiglia, è il caso di Michele Locati;  Alessandro Benigna lo ha fatto da poco mentre Luca Barcella al momento è completamente assorbito dal lavoro.

Sicuramente un caro ricordo è stato lasciato dalle  coppie di affiatati coniugi che hanno partecipato alle  varie attività, come i Gamba, i Marchetti, I Calegari, (Nino è Sato a lungo accorato Presidente di Sezione), i  Pozzoli ed attualmente i Barcella: tanto pacati quanto prudenti, tuttora attivi in commissione come lo sono del resto i Baroni: Mariarosa e Maurizio, nonché i Meli: Angelo ed Elena. Fortunatamente alcuni accompagnatori sono diventati Regionali  e quindi un augurio fa fatto ad Elena Carrara e Corna  Maurizio, che dividono il proprio tempo, come tutti, fra lavoro, famiglia, anziani e CAI.

Molte sono inoltre le iniziative richieste e rivolte ai vari C.R.E., all’EDUFEST ed all’ UNICEF o alle “scuole in palestra” ovviamente d’arrampicata. In queste righe abbiamo accennato a molte cose ma vi sono iniziative anche rilevanti che spesso rimangono nell’ombra mentre meriterebbero ampia diffusione: Michele Locati ad esempio, ha creato l’archivio fotografico AG di Bergamo: si tratta di 6000 diapositive sottoposte  a scansione relative agli anni 1991/2003 e di 10.000 foto in digitale suddivise fra gli anni 2004/2008. Tutte queste immagini racchiudono le gioie e le fatiche sia dei ragazzi che di tutti noi e possiamo dire senz’altro che il seme dell’alpinismo giovanile ormai ha solide radici.

Appena si raggiunge la vetta ci si accorge che occorre ritornare sui propri passi per attraversare nuove frontiere, infatti mentre commento questo testo con i redattori dell’Annuario 2008 ancora  fresco di stampa,  Paolo Valoti, attuale presidente della Sezione, mi fa notare la pagina d’apertura che titola, guarda caso: PALAMONTI – UNA GRANDE CASA PER I GIOVANI E LA MONTAGNA, il testo  conclude con queste note: ….. I giovani sono il patrimonio, il capitale e la speranza del Club Alpino Italiano nonché di ogni comunità e dobbiamo seguirli perché diventino  alpinisti completi non solo in montagna, ma  sappiano anche scalare con fiducia i vertici, le bellezze e l’umanità della vita.  Inoltre mentre leggo,  uno dei  “perennemente giovani” sempre attivi al CAI: Gianni Mascadri mi avvisa che vi sono due altri articoli di sicuro interesse, si tratta dei testi: Un classico d’altri tempi, Annuario 2002 e La montagna incantata, che potrebbe aver anche per titolo: Novant’anni dopo, gli studenti raccontano, Annuario 2004. Entrambi i racconti narrano di una gita compiuta dagli studenti del liceo Sarpi di Bergamo, avvenuta nel 1914 e ripetuta successivamente, appunto nel 2004 da altri studenti di quello stesso liceo.

Dal testo originale de 14 …. Per me e per i miei compagni di terza liceo l’anno scolastico era incominciato sotto i più neri auspici per un succedersi di incresciosi incidenti con i professori e nel volgere dei trimestri l’atmosfera non si era affatto rasserenata. …. Per spezzare in tal modo tanto ghiaccio, ai primi di giugno sorse ad alcuni l’idea, da tutti poi in coro approvata, di indire una grande gita scolastica sulle Alpi Orobiche, con invito a tutti i professori di partecipare. Itinerario da Bergamo a Roncobello, al Passo di Mezzeno ed al Passo dei Lagni Gemelli, con pernottamento a quel rifugio e proseguimento il giorno successivo per il Passo d’Aviasco e quindi Gromo … ma il tempo volgeva irreparabilmente al brutto, occorreva quindi architettare uno stratagemma: l’organizzatore della gita, in quel di Piazza Brembana, non trovò di meglio che far passare per sindaco un montanaro del luogo, il quale ben istruito, rassicurò il Preside. Durante lo svolgimento della gita accadde ovviamente di tutto, compreso il trasporto in barella, allestite alla belle meglio con mezzi di fortuna, per il soccorso di due insegnanti..

Per ironia della sorte anche nel 2004 le cose non andarono molto meglio ….. A mezzogiorno, l’unico motivo per il quale avanziamo è la fame, che ci impedisce persino di sentire  la stanchezza ed i dolori. Ci rimettiamo in marcia accompagnati dalla pioggia. L’entusiasmo incomincia a scemare, ma la tenacia e la voglia di raggiungere la meta ci spingono a continuare …. sembrano parole tratte dai diari delle esplorazioni polari, ma siamo solo in Valle Brembana, dove come per tutte le nostre montagne Alpi o Appennini che siano, equipaggiamento ed allenamento sono la base di ogni attività.

Fortunatamente le gite di AG sicuramente con lo stesso entusiasmo che caratterizza sia giovani che chi  li accompagna, ma che si conducono sicuramente in tutt’altro modo.

Al termine di questa “veloce” carrellata, possiamo notare come è possibile  partire da molto lontano per risalire, direi al galoppo, sino ai giorni nostri, ma,  come è anche  concepibile iniziare dall’oggi, Annuario 2008, 2004, 2002, …. per riandare a ritroso negli anni e riscoprire molte altre cose.

Sinceramente sono sorpreso dal numero di attività che vengono svolte ad ogni livello e tutte sottese da  nobilissimi risvolti umani. Anche  quest’anno quindi con l’uscita dell’ultimo Annuario abbiamo aggiunto un piccolo mattoncino, costruito dai sogni, dalle speranze e da tante fatiche ma soprattutto, immagino, dal desiderio che qualcuno possa ritrovarsi nei contenuti e nei messaggi espressi e li possa di conseguenza condividere e trasmettere con altrettanto genuino entusiasmo: si tratta di un grande firmamento e di un fiume di vita che ci attende di volta in volta..

Mentre rileggo queste note  – giugno 2011-  è appena uscito l’annuario relativo al 2010 dove compare già anche la copertina della pubblicazione successiva: la 75°,buon compleanno annuario, ….. quindi altre attività altre iniziative, altre esperienze anche per l’alpinismo giovanile. La manifestazione: Giovani e Famiglie in Montagna (vedi immagine) si è appena conclusa a Cenate, è alle spalle il raduno regionale di AG che ha portato giovani ed accompagnatori al monte Barro…. Quest’anno i corsi di aggiornamento per accompagnatori sono molti; vi sarà anche un gruppo di ANAG che salirà il Monviso per il 150° dell’unità d’Italia…..le attività continuano lasciando traccia nella storia.

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