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Etnografia

La carbonaia

IL BOSCO: UNA MINIERA VERDE

L’uomo ha sempre considerato il bosco una miniera verde dalla quale ricavava molti prodotti utili: legna da ardere, carbone, legname da costruzione, utensili, atrezzi ed anche opere d’arte. Una volta il bosco era anche una riserva di foraggio per gli animali. Nei più pianeggianti pascolavano le mucche, mentre nei più ripidi si tagliava l’erba; in autunno si raccoglivano le fogli secche per fare la lettiera agli animali. Il bosco ha fornito e continua a fornire la materia prima per la produzione della carta, per ricavare alcool, resine, tannino, e altri prodotti. Infine da esso ricavava la “rasa” che serviva a lenire i dolori artrosici; “l’òle d’aès” indicato ancora per i dolori reumatici e la tosse; nonchè la  “ròsca” macinata per la concia delle pelli.

I CARBONE’R

liberato il bosco dalla legna grossa, subentracvano i carbonaiche dai rami ricavavano carbone. Spesso nei boschi di “rçmersa” e “fò de mà” si carbonava tutto, anche i tronchi di latifoglie che dovevano essere spaccati con i “chignòi”. Allora rea il carbonaio stesso che tagliava e preparava la legna.

ESTI’ SO’ OL POLA’T

In mezzo alla “ral” si piantava un polo “ol medil” alto circa due metri e mezzo; intorno al palo, per circa un metro d’altezza, si allestiva la “casela” incrociando pezzi corti di legna appoggiati al “medil”. Sulla periferia della “casela”, leggermente inclinati si mettevano tronchi e rami in lunghezze prestabilite, completando i giri con rami sempre più sottili. A questo punto si metteva la “”sircia” ossia si deponeva attorno alla base circolare  legna minuta ed al di sopra della catasta fogliame o strame; il tutto veniva poi ricoperto con la “seconda estina” ossia si ricopriva il tutto con terra pressata.

 IMBOCA’ OL POIA’T CON I GNO’CH

Una volta tolto il palo centrale, si riempiva  la cavità rimasta, alternativamente con brace e tronchetti “i gnòch” sino alla sommità che veniva chiusa con una zolla di terra “sespet”. Incominciava quindi una lenta combustione dall’alto verso il basso e dal centro verso l’esterno. La combustione era regolata da piccoli fori, sempre eseguiti  dall’alto verso il basso e durava per circa sei sette giorni e doveva essere seguita di girno  e di notte. Terminata la combustione si toglieva poco alla  volta la terra ed  il carbone facendo attenzione  che non  si  incendiasse. Mediamente da sei quintali di legna si ricavava un quintale di legna, con il faggio il rapporto era di quattro a uno  mentre con  il nocciolo era di sette a uno.

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