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Etnografia

Mostra sul fiume Serio

Nel 2000 si utilizzava ancora la pellicola per cui  non si poteva scattare indefinitamente come con l’avvento del digitale, due rullini ad uscita erano il massimo che ci si poteva permettere ma sopratutto non si poteva sbagliare foto. La raccolta del materiale è durata quattro anni durante i quali ho archiviato  non più di quattro o cinquecento immagini: mentre, se vogliamo eseguire un confronto,  per  la mostra sul fiume Brembo del 2010, quindi in piena era del digitale, ho tenuto circa 7000 delle 20.000 immagini scattate in un massacrante anno di lavoro. Allora come adesso non si esegue una foto per caso e  spesso si torna più volte sul luogo sino a quando si ottiene il risultato cercato. Percorrere fotograficamente un territorio in pratica è un lavoro ed è anche la tua storia, il tuo modo di vedere dentro la storia del fiume e delle persone che incontri. Un aneddoto: mentre ero intento a fotografare un soldanella nei pressi del passo di Pila,  completamente disteso per terra, avevo anche scavato una piccola fossetta per mettere l’obiettivo esattamente davanti al fiore, una comitiva di giovani ragazzi mi chiese cosa stessi facendo e se per caso non mi sentissi male. Li rassicurai, ma le soldanelle sono piccole e dalla loro posizione non si vedevano: la fotografia è proprio questo , mettere in risalto le cose che solitamente per diversi motivi non si vedono. Quella volta,  a mezzogiorno , come tante altre, se oltre alla fatica dell’escursione sommi la tensione di riuscire ad eseguire buoni scatti, ero completamente esausto e decisi di non fotografare più, peccato perché non sono più riuscito ad immortalare l’esemplare di Eritrichium nanum che pure avevo di fronte a me.

PREMESSA

Evidenziare le singolarità legandole al contesto, tradurre in immagini le emozioni e l’evolversi della natura nel corso delle stagioni, ridare importanza ad un argomento così ovvio e scontato ma importantissimo come l’utilizzo accorto delle risorse idriche, non è stato facile. Occorreva  condensare in un insieme organico argomenti e tematiche che andavano dalla preistoria all’arte, dalla botanica alla geologia o alla glaciologia ed ai temi strettamente legati alla gestione  dell’acqua. E’ nata così la mostra itinerante: Il fiume Serio tra passato e futuro, raccogliendo documentazione “dal vivo” frequentando assiduamente i vari luoghi, sintetizzando ma non tralasciando, almeno si spera, nessuno degli aspetti legati alla realtà del territorio e della gente che in esso vive. nLa mostra  costituisce un “pretesto” per far notare che in luoghi anche fortemente antropizzati  è possibile scoprire o meglio ridare vita  e voce a contesti magari ingiustamente trascurati.  E’ stato anche un “dovere”, il dovere e la necessità  di mantenere fede alle proprie origini ed al lavoro di chi ci ha preceduto, oppure di chi ci vive ancora affianco e ci ha raccontato storie semplici, quelle della propria quotidianità, ma che proprio per questo vanno ricordate; persone sconosciute ma che anche per ore ci hanno raccontato la propria vita, semplicemente, senza rimpianti o commiserazioni, laddove si potevano ben immaginare sofferenze e privazioni; una per tutte: la lontananza dagli affetti familiari per coloro che dovevano recarsi all’estero per sopravvivere. Si è trattato anche di una “scommessa”, perché occorreva evitare di ricadere nel già “detto” o nel già “visto”. Si è tentato di ridare vita al fiume cercando al contempo di agire sulla sensibilità delle persone, ed il risultato  forse è stato raggiunto, come dimostrano due frasi estratte dal libro  delle firme, raccolte nelle sedi espositive di Porta S. Agostino e di S. Bartolomeo ad Albino. La signora Ruggeri scrive: “con l’augurio che l’uomo riesca a recuperare la splendida armonia donataci dal Creatore, complimenti e grazie”. Il signor Gamba, di Albino, annota: “dalla Svizzera dopo quarant’anni ho trovato meraviglioso rivedere la mia gioventù passata sulle rive  del Serio, dove mia madre andava per sbiancare le lenzuola e dove noi rimanevamo tutto il giorno a giocare”.

OBIETTIVI, INTENTI ED ORIGINE

La mostra si propone  come  sintesi delle varie tematiche legate al fiume, sintesi e quindi documento che si inserisce negli obiettivi statutari del Club Alpino Italiano, nell’ambito della conoscenza e della salvaguardia dell’ambiente nonché nello specifico impegno dedicato da tempo alla tutela dell’acqua e dei fiumi alpini. Si propone inoltre quale percorso di ritorno  al fiume, con l’intento di facilitarne l’approccio al territorio e all’ambiente ad esso collegato. Essa si rivolge soprattutto alle problematiche legate allo sviluppo futuro di queste aree, sviluppo che basandosi sulla conoscenza del passato e del presente sappia e possa coniugare le molteplici esigenze del territorio con l’obiettivo  culturale e civile della tutela e della valorizzazione secondo una visione unitaria dell’irripetibile patrimonio legato al nostro fiume. Questa mostra vuol essere uno strumento didattico, ogni pannello infatti ha un titolo ed è composto da una coppia di immagini con commento.  Lo scopo è stato quello di raccogliere materiale organico per i corsi relativi alla formazione degli accompagnatori di A.G., Escursionismo, T.A.M.; il tutto accompagnato dal desiderio intenso e sentito di partecipare alla vita culturale  sia della città che della provincia. La mostra amplia lavori precedentemente svolti, fra essi citiamo per importanza: la realizzazione della guida – “Itinerario Naturalistico Antonio Curò” e l’iniziativa “Terre Alte”, censimento indetto dal CAI nazionale, delle particolarità legate alla millenaria presenza dell’uomo in  montagna. 

INIZIO DEI LAVORI

Vistare il territorio, seguirlo nel suo evolversi accettando le immutabili regole del tempo non può che richiamare l’uomo  alla realtà; è naturale quindi che un lavoro rivolto alla conoscenza della natura abbia richiesto qualche anno per essere realizzato. Le riprese fotografiche sono iniziate nel 94 (Val del Lujo, Monte Misma), sono  continuate nel 95 (Canto Alto), e così pure per il 96 e 97 (media / alta Val Seriana), si sono concluse con lo studio della pianura nel 98, mentre  le ultime foto sono state scattate addirittura nell’ ottobre 98, poco prima dell’inizio dell’allestimento della mostra stessa.

SCHEMA E CONTENUTI

L’allestimento dei materiali è avvenuto grazie all’impegno portato avanti da alcuni anni, con passione, da un “Gruppo di lavoro” composto dalla commissione Tutela Ambiente Montano della sezione di Bergamo, dalla sezione di Romano di Lombardia e dalle sottosezioni C.A.I. di Alta val Seriana, Albino ed Urgnano. Attiva è stata la collaborazione della Commissione Culturale e di numerosi soci resisi disponibili per svariati compiti. Sono stati inoltre realizzati alcuni documenti descrittivi ad accompagnamento di quelli fotografici, essi riguardano: la glaciologia (Stefano D’Adda), la geologia ( Cerretti – Berra), lo sfruttamento delle acque (Ghezzi), i ritrovamenti preistorici lungo il fiume unitamente ad una sintesi sempre a sfondo storico dei valichi e dei guadi (Galliani),  un  riassunto schematico delle principali opere d’arte contenute nelle parrocchiale seriane ( Galliani, con la revisione di Monsignor L. Pagnoni della curia di Bergamo), ed infine una ricerca sui canti popolari (Cattaneo). Non meno importante è stata la revisione dei testi da parte di alcuni componenti della commissione TAM, nonchè la stesura dei testi effettuata tramite computer (Pettena). La sottosezione di Albino ha allestito inoltre una “Bacheca” realizzata con  ciotoli raccolti nel fiume Serio, dove fra coralli o conchiglie fossili e rocce di svariatissima origine possiamo ricostruire la storia geologica del nostro territorio.

DOCUMENTI FOTOGRAFICI

La sezione di Bergamo (Galliani – Malanchini) ha realizzato un centinaio di foto che riprendono il fiume dalle sorgenti alla foce, nell’intento di mostrare nella loro completezza gli ambiti naturali e storici inerenti i territori lambiti del Serio.

Quella del Cai di Romano ha coinvolto l’Ente Parco del fiume Serio ed ha prodotto materiale relativo agli itinerari  percorribili sia a piedi che in bicicletta, di queste zone (N° 36 foto di G. Nava unitamente a testi descrittivi); la sottosezione di Albino oltre alla raccolta geologica ha presentato  venticinque splendide immagini relative alla fauna del fiume (Moroni)¸ mentre la sottosezione  Alta Valle Seriana ha prodotto uno studio sull’ utilizzo delle acque, nel passato, degli affluenti del’alta valle ( N°  12 foto di A. Fornoni) ed infine la sottosezione di Urgnano ha proposto uno studio sui lavori di ripristino del sentiero storico  della “ Roggia Urgnana” eseguiti dalla sottosezione stessa  qualche anno fa.

SEDI ESPOSITIVE

La mostra è stata inaugurata negli splendidi ambienti da poco ristrutturati ad opera del comune, nella così detta porta di S.Agostino, facente parte del complesso fortificato di Bergamo alta. L’affluenza di pubblico durante l’esposizione durata dal 7 al 22 Novembre 98 è stata massiccia, ben tremila persone, comprese alcune scolaresche. La mostra è poi proseguita (28/11 – 13/12)  ad Albino negli ambienti della chiesa di S. Bartolomeo, dove sono affluite praticamente tutte le scuole del comprensorio e dei comuni vicini; mentre nel periodo natalizio (19/12 – 15/1) si è spostata a Valbondione. Le esposizioni sono proseguite poi a Romano (30/1- 06/2), quindi a Nembro (20-22 – 1 – 99) e successivamente ad Urgnano e Crema. Per il 2000 è prevista al momento un’esposizione a Terno D’isola.  Attualmente si calcola che almeno sette- ottomila persone abbiano visitato la mostra. (in totale, nelle varie sedi espositive  hanno visitato la mostra circa 30.000 persone)

TAVOLA ROTONDA: “IL FIUME SERIO TRA PASSATO E FUTURO”

Un momento di particolare importanza complementare alla Mostra itinerante sul Fiume Serio è stata la Tavola Rotonda “Il Fiume Serio tra passato e futuro” svoltasi sabato 12 dicembre 1998 presso l’Auditorium del Centro Culturale “Giovanni Testori” (ex Convento) di Vertova. L’iniziativa è stata organizzata dalla Comunità Montana Valle Seriana di Albino in collaborazione con il C.A.I. di Bergamo. La Tavola Rotonda ha avuto lo scopo di riunire attorno ad un “Tavolo” tutti i rappresentanti degli Enti, delle Amministrazioni e delle Associazioni dalla cui attività dipende il futuro del Fiume, per “fare il punto” sullo stato di salute e sui progetti di ricupero del “Grande Malato” che è il Serio. L’acqua, come sottolineato negli interventi di presentazione e saluti del Presidente della Sezione del C.A.I. di Bergamo Ing. Calvi, del Presidente la Comunità Montana Morlotti, del Sindaco di Vertova Ing. Testa e del Presidente la Commissione Regionale TAM Brambilla, “è un bene prezioso, soprattutto in una realtà territoriale di forte urbanizzazione quale quella del bacino del Serio”. E’ quindi auspicabile una collaborazione fra enti. Un esempio di coinvolgimento e di coordinamento tra Enti è offerto dal “Gruppo di Lavoro Fiume Serio”, costituitosi in modo “informale” dal 1994 e formato da funzionari della Comunità Montana di Albino, dell’Ufficio Genio Civile – Servizio Tecnico Amministrativo Provinciale di Bergamo, dell’ ASL, della Provincia di Bergamo e dal’ Assessorato Territorio Ambiente.   I funzionari presenti, Dr. Panseri, Ing. Merati, Geom. Pezzotta ed Arch. Musitelli hanno specificato che sul piano concreto fra gli interventi a favore di un tratto del Fiume (dal ponte del Costone a Ranica – Villa di Serio) sono state censite le derivazioni in atto, nonché gli scarichi; sono stati installati misuratori di portata; sono state realizzate su tutti gli sbarramenti scale di rimonta per la fauna ittica; si è operato per il ricupero ambientale delle aree spondali e la creazione di piste ciclopedonabili; si è operato e si opera per controlli qualitativi e quantitativi delle acque mediante prelievi mensili. Il gruppo di lavoro ha evidenziato e sottolineato i malanni peggiori del Fiume la cura dei quali è condizione preliminare per la sua rivitalizzazione (minimo flusso vitale, inquinamento). Molto migliorata, rispetto agli anni 80, è la situazione degli scarichi industriali. Purtroppo resta ancora preoccupante quella di parte degli scarichi civili. I  dati presentati dall’ASL hanno evidenziato che: 1) – in Alta Valle sono attivi i depuratori di Clusone, Villa D’Ogna e Ponte Nossa che trattano i liquami di circa 27.000 dei 44.000 abitanti equivalenti (61% ca. del carico inquinante); resta grave la situazione dell’Alta Valle da Valbondione a Gromo e della Valle del Riso, prive di impianti di collettamento e depurazione, per cui i reflui civili finiscono ancora direttamente nel Fiume. 2) – Nella media e bassa valle Seriana sono attivi i depuratori della Valgandino e di Ranica che servono circa 58.000 abitanti equivalenti ed abbattono l’87% ca. del carico inquinante totale. L’ing. Valter Perotto della CIPRA ITALIA ha fatto riferimento agli accordi già raggiunti all’estero sul prelievo dell’acqua ai fini agricoli ed idroelettrici; ha suggerito di attuare anche in Italia le intese raggiunte, rivedendo i criteri di concessione con particolare priorità per quelli che insistono in Aree protette e/o di particolare rilevanza ambientale. E’ seguita una “Tavola Rotonda” presieduta da C. Malanchini del C.A.I. di Bergamo. Nella Tavola Rotonda il confronto a più voci ha messo sul tappeto i temi cruciali già anticipati in apertura dei lavori e riproposti dal presidente della Comunità Montana, Giovanni Morlotti e dai rappresentanti di organismi (Fips e Comitato tutela fiume Serio) cui stanno a cuore le sorti del Serio: il problema delle autorizzazioni ai prelievi d’acqua per uso industriale, idroelettrico e irriguo che impoveriscono il fiume e il rilascio del minimo deflusso indispensabile alla sua sopravvivenza. Sul banco degli imputati: Enel, Consorzio di Bonifica pianura bergamasca e le lungaggini burocratiche dello Stato e della Regione. Per l’Enel  (che in alta valle ha nove centrali), rappresentato da Amelio Brunelli, i rilasci d’acqua avvengono in modo regolare ed equilibrato e un ulteriore cessione per il minimo vitale comporterebbe costi eccessivi. Il Consorzio di Bonifica, secondo quanto affermato dal direttore Mario Reduzzi, sta già effettuando, spontaneamente, il rilascio della portata minima e si è impegnato a contribuire all’opera di rivitalizzazione del fiume; anche la Regione, per bocca di Luca Vaghi, delegato dall’assessore Milena Bertani, ha varato o sta varando diversi provvedimenti legislativi finalizzati a regolamentare questa specifica materia che resta uno dei problemi principali del Serio. La Tavola Rotonda si è chiusa con l’impegno di tutte le forze presenti di ritrovarsi periodicamente “per fare il punto della situazione del Fiume”.

NUMEROSI I PATROCINI DELL’INIZIATIVA CONCESSO DA ASSOCIAZOINI ED ENTI

La Presidenza Generale del C.A.I., la CCTAM ed il Comitato Scientifico Centrale, il Comitato di Coordinamento delle Sezioni Lombarde, la CRTAM Lombardia. la Cipra Italia, il Ministero dell’Ambiente, la Regione Lombardia (Settore Ambiente e Territorio e Cultura), Inoltre: la Provincia di Bergamo (Settore Ambiente e Territorio), il Comune di Bergamo (Settore Tutela dell’Ambiente), le Comunità Montane di Valle Seriana (Albino) e di Valle Seriana Superiore, il Consorzio per il Parco del Serio e l’Azienda di promozione turistica per Bergamo e Provincia.

CONCLUSIONE

Ci si è interessati del fiume Serio unicamente per puntualizzare su concetti generali validi per qualsiasi territorio, per cui vogliamo chiudere con una sintesi presa, pensiamo a ragione, dal testo “Il Fiume Brembo” a cura della provincia di Bergamo. “Ogni giorno di più, nei nostri tempi di intensissime trasformazioni – economiche, sociali, territoriali – aumenta la necessità di costruire un adeguato senso dei luoghi, per maturare un radicamento cosciente, per favorire una presenza rispettosa dei valori di natura e di storia, per alimentare politiche consapevoli delle qualità dei luoghi stessi e insieme rispondenti alle esigenze delle comunità che vi risiedono, per migliorare il rapporto di quanti vi si accostano provenendo da fuori”. Queste sentite parole giungono da Lelio Pagani e nella speranza che continuino ad essere valide per ciascuno di noi non possiamo che concludere questa cronaca con un sentito arrivederci.

Il lavoro sul Fiume Serio era stato preceduto da una mostra improntata al tema “Terre Alte”, mentre successivamente sono state allestite, sempre in ambito commissione TAM,  due mostre sui così detti SIC: Siti di Importanza Comunitaria e  quella sul Fiume Brembo del 2011.

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