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Articoli di alpinismo giovanile dagli annuari CAI

I giovani del CAI al Pizzo Coca (pag. 171)

Gennaio 2012: accompagnatori si nasce o si diventa?: questa è la prima delle innumerevoli escursioni alle quali ho partecipato dapprima come semplice aiutante sino alla nascita di un coordinamento e di una scuola di Apinismo Giovanile CAI di Bergamo nella quale opero come Accompagnatore Nazionale: molto probabilmente accompagnatori si nasce

La verticale occupa da poco le mie ore libere e già penso al «sesto », senza essermi ancora compiaciuto del suono d’un buon chiodo martellato nella fessura. Alpinista? Sì e da poco accompagnatore, grazie ad una firma su di un foglio proforma, quadrettato e cestinabile.

Rocciatore dunque, accompagnatore e metodico anche: somma di guai. al servizio del C.A.I. per giorni due.

Apprendista  portatore, scopro allo specchio una faccia anonima, neanche un pelo, nessuna autorità, un sorriso e basta. Accompagnatore metodico dicevo, quindi preoccupato per l’accompagnamento ea anche  sull’ accompagnato … beh nello zaino ci metto tutto e in un ordine disordinato quel “tutto” occupa la mia camera, parte della cucina e la testa della madre visibilmente disorientata: «Ma insomma non vai mica al Polo? » Accompagnatore metodico.. la gita … il Coca … due chiodi spirituali, il martello fatto in casa; ovvia conseguenza: lo zaino pesa, ognuno ha le proprie responsabilità, le mie saranno venti chilogrammi circa: corda esclusa!

La partenza è fissata per le quindici al piazzale della stazione … pulmann privato?’ Però. Il sedile panoramico è mio: rocciatore ed egoista anche,  con preoccupazioni da 20 chilogrammi, Mah ‘

I romani, quelli antichi, non questi che ci precedono con un Roma scritto per intero sulla targa, hanno costruito le strade a loro misura, non prevedendo il passaggio di torpedoni da quaranta posti … l’autista ha il suo da fare e ci scarica sul posto alle cinque circa.

L’oscurità assedia il Curò, inteso come rifugio, l’anima rosa della roccia fugge con l’ultimo raggio … «fantastico eh.’ » Un vago muggito è la risposta. Non ho voglia di pensare oggi, rispondo brusco: il perché del bello, il perché del brutto .. cose da liceo, la gente si rovina così » Ma Giovanni continua: «Sei d’accordo che per molti è una fuga?» «eh» … «la montagna dico » «Sì, sono d’accordo, però camminiamo.’» e cerco qualcosa che atterri definitivamente l’amico «non amo il brutto, né mi piace il bello, sono solo fantasie» leggero brontolio di risposta, « e le ragazze allora? » «Già non ci avevo pensato.’ » «Ma ci credi che la montagna plasmi il carattere? .. e l’esaltazione della vittoria, il coraggio , la volontà di arrivare in cima … » «Mah, non so! Io sono qui con la mia corda, solo questo conta! » E accelero.

Vitto e alloggio gratis, impensabile, torta di mele per dessert: «ma questo è un rifugio o un albergo? » … Albergo o quasi … E allora cosa ci faccio qui con il fornelletto a gas?

I canti di montagna ci sono però, intonati una volta tanto, esuberanti nel tono come sempre … «Buona notte? » .. «Notte! » .. E la luna veglia.

Una bussata energica annuncia l’inizio di un nuovo ed imprevedibile giorno,  sono le cinque, pochi si lavano, colazione rapida e controllata.’ Ore sei partenza, il freddo sprona il passo.’ Scusi viene anche lei?.. La gaffe è fatta.’ Ne ignoro l’identità, ci ha accolti la sera prima, distribuendoci nelle camere; la risposta è secca: «Sì.’ Perché, ti dispiace forse?.’ » « No.’ non mi dispiace, ma forse lei è l’unico che conosca il Coca .. a me è noto solo il versante opposto » .. Polemizziamo sull’organizzazione?.’ Tutti in fila, mani in tasca, qualche fotografia ad un’ acciaioso mondo, brandelli di discorso .. . « Giovanni.’ » Sono a metà, lui chiude il gruppo; mi guarda senza rispondere.

I! primo problema ci si presenta sotto forma di guado: pediluvio per una delle ragazze, esitazioni per l’altra, risata generale, subito quietata dalla vicinanza di un notevole strappo.

Marmellatina ino tattica ai piedi di un compatto nevaio, testimonianza della bianca perfezione invernale,. ma le ragazze dove sono … Giovanni!

L’attraversamento di quella massa ghiacciata ostile alle « Vibram» più audaci alimenta il problema numero due; eseguo una dimostrazione pratica sull’affidabilità degli scarponi e relativa tenuta. Niente.’ te ragazze sono là, ferme: occorrono due piccozze o i ramponi, ognuno ha i suoi limiti, sfilata ottocentesca quella sulla diagonale del nevaio, con le dame a braccetto per titubanti giri di valzer!

L’esuberanza giovanile supera la disciplina, macchie gialle, rosse, blu appaiono per subito dileguarsi su per il sentiero, sempre più lontano.. Rotolano sassi, montagna ostile questa, attenzione .. . e noi ancora qua, con te corde avvoltolate nel sacco; retroguardia impaziente e se uno scivolasse? ..

La vetta è vicina) preannunciata da un passaggio di «secondo» tendente al« terzo» a livello di giovane incauto. Estraggo la corda, assicuro, ) recupero, snobbata per la salita ci sarà un ripensamento al ritorno: una comoda « doppia» è sempre piacevole.

 Le ragazze sono ferme, un’ azione persuasiva viene respinta con grazia decisa … un tacito accordo con la vetta è rotto … ci aspetteranno.

Gradatamente in un “intorno circolare”  appaiono cime mille volte additate, qualche metro ancora ed ecco la vetta. Stranamente timido, laggiù, il Cervino si confonde facilmente in quel circo bianco; dallo zaino spariscono rapidamente: wafer, il formaggio, il tradizionale the e l’immancabile marmellatina veloce … Il click  metallico delle macchine fotografiche annuncia razzie di panorama …Ridiscendo, uno  dei giovani mi accompagna, due del gruppo scesi troppo a sinistra bordeggiano uno  strapiombo, un po con urli ed un a e gesti li guido, capiscono.

Nel frattempo un sasso deve aver eliminato gli effetti della mia gaffe mattutina: Il presidente?.’ Eh già il presidente avv. Corti, per l’occasione accompagnatore e guida ridiscende con il berretto incrostato di sangue, gli offro una benda .. . « no, no, grazie, la ferita potrebbe  riaprirsi.’ »

 Ci ritroviamo tutti alla  Bocchetta dei Camosci, campo base numero uno. E la piccozza dov’è? Titolo: rincorsa di una piccozza prestata e dispersa.’ Giovanni lento in salita, mi precede pazzamente lungo il pendio, franiamo con  successivi sten cristiania veloci (anche gli accompagnatori, se necessario, sanno farsi valere),  ritroviamo la « Grivel» e proprietario occasionale al Rifugio Coca. Campo base numero due. Quando ormai, brodo, biscotti farciti, marmellata energetica casalinga e varie si trovano ormai al sicuro … , le ragazze, accompagnate da uno  stato d’animo ormai poco femminile, giungono, ed imboccano direttamente il sentiero … quel sentiero, assimilabile ad una corda doppia … girone infernale … inghiotte la comitiva.

Giovanni.’ ( molla piano la frizione, prima e seconda, non di più di più … » «( Giovanniii.’ » Irripetibile risposta! Un ghiaione ci si offre sulla destra, attirati dalla  gravità, precipitiamo … stem cristiania .. «sci parallelo » … polverone … e .. perdo il maglione, il mio maglione rosso.

Scarponi a suola rigida eh? Soffro in silenzio, i ragazzi che in vetta sono  arrivati di corsa, pagano l’esuberanza della mattinata, scendono in silenzio, la stanchezza li vince « manca molto? » La voce del fiume risponde rassicurante … attimo d’esitazione … fuori gli scarponi ed i dolori .. . pediluvio generale. L’acqua non è potabile, ma non  per colpa nostra,  cartelli sparsi qua e là avvertono: “ pericolo d’infezione “ … Bella propaganda’ Alla spicciolata giungono i giovani del C. A. I., il ponte si offre loro da podio … sorridono, il loro pensiero corre evidentemente ad un comodo sedile.

Oh ma il pullmann dov’è?

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