Le sue fotografie erano lo specchio della sua anima
Una settimana al Gran Paradiso, una raccolta di immagini, il desiderio di presentarle ad un ambiente che potesse raccogliere il suo discorso. Ci incontrammo così, una sera in sede, Giorgio ed io, per vedere, per ascoltare, per proporre.
Ogni immagine appariva viva, insolita ed estremamente reale: per me si trattò di una vera e propria escursione fra valli, sentieri dimenticati ed alpeggi ancora sconosciuti. Giorgio aveva scelto la sua strada: vivere il più possibile a contatto con la natura, conoscerla e rispettarla, coglierla per divulgarla con l’aiuto dell’immagine.
Utilizzava la sua macchina fotografica come mezzo di colloquio, aiutandosi con un “filtro” del tutto speciale: quello della sua personalità e disponibilità ad accogliere e trasformare tutto quanto si presentava a lui nelle sue escursioni, secondo la propria sensibilità: un discorso che Giorgio ha continuato in questi anni nei suoi viaggi e divulgato attraverso la collaborazione a giornali e al nostro Annuario stesso.
Giorgio, giovane di età, di esperienza e di spirito ci ha salutato tragicamente nell’autunno scorso, un banale incidente in moto in una giornata di piogga: il suo messaggio è con noi, ed attorno a noi, custodito dalle nostre montagne che lui stesso ha cercato, conosciuto ed amato.