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Articoli di fantasia dagli annuari CAI

Il monte ripeteva (pag. 94)

Esistono nella vita di un uomo momenti irripetibili. Sono pochi attimi di sintesi durante i quali avvengono sconvolgimenti dell’animo totali. Non si sa quando, come e perché arrivano, solamente si manifestano in modalità insondabili: questo è uno di quegli attimi e non si tratta di narcisistici giochi di parole, ma di realtà vera che si trasforma in mille cristalli di luce.

Sono attimi di intensità assoluta che spesso non si ripetono mai più

IL MONTE ripeteva di un uomo che per essere tale, attraversò prima la sua GIOVINEZZA e poi la CREAZIONE e poi …

PARTE PRIMA: un uomo per essere tale attraversò prima la sua GIOVINEZZA …

… Vive nell’uomo un firmamento strano e vasto: per ogni stella un pensiero, una gioia, un colore, una speranza, un amore, una fede, un dolore. Mille e mille sconosciuti mondi, mille e mille comete brillanti e a volte mille e mille soli ormai spenti.  … Vive nell’uomo un solo, grande, radioso e delicato momento, riassunto in un’unica,intensa e gaia stagione: la giovinezza, dove a volte lo vita come un respiro, leggera e profumata ti entra dentro, ti riempie, ti sazia; vive nell’uomo una breve primavera dove tutto si dimentica e dove apparentemente tutto fugge senza lasciare traccia!

… Vive nell’uomo e lo illumina, un’alba che vuol presto diventar giorno, dove il correre, il saltare, il nascondersi e le emozioni miste a paura e il tuono vigoroso, il veloce lampo e il vento in faccia, servono solo render i compagni amici e gli amici più amici!

… Vive nell’uomo e lo riscalda una fiamma che presto vuol diventar fuoco, dove tutto è un tribulare, uno sfaccendare, uno sconvolgere e tutto per niente, tutto per gioco, per arrivare ad esser grandi prima e senza amore!

Questo ripeteva IL MONTE una volta e piano, con parole che rapide come una emozione e senza danno, al cuore vanno!

… Vive nell’uomo un  buio profondo, quando l’uomo non è ancor uomo, quando la fede non è ancor fede, quando il dolore non è ancora dolore.

… Vive allora nell’uomo e lo acceca un nuovo linguaggio, ma non dì parola, dove gli amici, non son  tutti amici, dove L’AMORE NON È ANCORA TUTTO AMORE, dove il tribolare e lo sfaccendare non è ormai più per gioco!

Questo ripeteva IL MONTE una volta e con ardore, con parole che come una sofferenza ancora e come sempre arrivano al lente cuore.

… Vive nell’uomo una passione selvaggia e pura … per chi la vede, per chi la cerca, per chi non ha paura! Questo ripeteva IL MONTE. .. una volta.

PARTE SECONDA:

un uomo per essere tale attraversò prima la sua giovinezza e poi la creazione  ….

Non c’è nulla fuori posto, le montagne sono li,  il rifugio, i compagni, lo zaino pieno, sono lì e la sera con le sue stelle è lì; la parete è lì … e ti aspetta.

Non c’è nulla fuori posto lì, come se ancora tutto  fosse in progetto e ad un passo dal reale, ad un  passo dalla vita, ma ancor tutto ancor sommerso e pregno d’immaginazione.

È come se lo CREAZIONE, non fosse ancora giunta ma la si aspettasse con impazienza … anzi … forse … in questo irreale silenzio la si sente arrivare, ma sì. eccola … e anch’essa non appare fuori posto, lì, … È un soffio forte, ma che non ti scompone, è un bagliore intenso, ma che non acceca, puoi guardarla, è un cuore grande che battendo chiama, è un artiglio  che  con forza serra, ma che non dà dolore … Ma è ancora di più, è un urlo, è la piena di un torrente ma che morte non porta … è di più ancora.

È UNA MUSICA …  una musica di colori, anzi una  danza di colori, un arcobaleno di colori, un disordine di colori, una sinfonia di colori, una tempesta di colori e musica. È una musica senza autore, che nasce da sola e da sola vive e con forza sale la parete a grandi ondate, come i flutti di un mare in burrasca, è un fiume di musica, una pioggia insistente di musica, mille dita di musica che sorreggono, trattengono e lanciano verso l’alto la montagna, è una musica forte e che su tutto cade   e tutto circonda. È una musica senza note, nata da un’ispirazione ignota e profonda!

CREAZIONE e MUSICA per sipari di roccia, messi li come quinte di un inferno incompleto, un inferno senza spasimi, un inferno paradiso, un  paradiso non  concluso.

CREAZIONE e MUSICA, grandi entrambe come le ombre della notte, vaste come il cielo della notte e intense come l’anima di un santo; musica lieve ed argentina come un suono di un ruscello che scorre a primavera, come il sorriso d’un bambino, come un fiore e lo sua rugiada, come una donna e il suo amore, come un uomo e il suo dolore. Musica senza sonno, perché già l’alba s’annuncia e lo parete è li che aspetta.

PARTE TERZA: un uomo per essere tale attraversò prima la giovinezza e poi la creazione e poi …

Arrampicare, arrampicare, quasi danzare per non rompere l’equilibrio fra lo vita e quell’oscuro, misterioso e indecifrabile tormento che dentro ribolle, forte ed irruente come il presentimento  d’amore di una donna giovane che ancora non sa. Arrampicare con passione ardente e antica, salire, arrestarsi, pensare, nuovamente proseguire, soffrire, gioire!

… il primo tiro, lo relazione lo dice, è ricco d’orgoglio, volontà e passione, il primo tiro conduce all’errore, così come il secondo e il terzo!

… il quarto tiro è quello dell’orgoglio, della volontà, della passione e dell’armatura d’argento; un’armatura lucida, brillante che a guardarla abbaglia, strabilia, acceca, invita!

… il quinto tiro, lo relazione lo dice, è quello dell’armatura d’oro e di smeraldi, indossarla allontana dalla paura, dal mistero e dalla sconfitta. Il quinto tiro  è quello della spada di perle e di diamanti, una spada di luce, UNA SPADA CHE TAGLIA. Il quinto tiro porta forse alla libertà, così pure il sesto e il settimo …

… l’ottavo tiro conduce all’ILLUSIONE!

…. Il  nono e il decimo tiro, lo relazione lo dice, sono quelli della lotta: lo battaglia che incomincia e avanza e non c’è scampo e lo via è quella, inderogabilmente quella e non c’è sosta,  o sicurezza, o riposo … l’armatura d’oro e smeraldi pesa, la spada di perle e diamanti, lo spada dì luce, quella spada che taglia, pesa, la libertà stessa pesa, l’orgoglio, la verità e la passione pesano, ma lo via è ormai quella, inderogabilmente quella … e non c’è sicurezza o sosta o riposo in questo tiro ove anche le gioie, i sentimenti e l’amore pesano!

Ma lo via è quella, fermarsi non  bisogna, e occorre martellare subito un chiodo, e poi un altro, un’ altro ancora, e un altro ancora, ferendo a duri colpi lo parete, occorre gettar via tutto ed in fretta perché il vuoto chiama … che orrore, che solitudine, che strazio, da qui non si ritorna, che disperazione, che tormento … che pace.

Ecco, la relazione lo dice, c’è una grotta. è una grotta che dal basso non si vede, è un’alcova di ghiaccio e cristalli, una gemma, uno sfavillante e piccolo sole, è il riflesso catturato di una stella lontana,  è una grotta che riposo non lascia. È una grotta senza tempo, è la grotta che tutto rivela, e da qui in poi, la relazione lo dice, tutto apparirà diverso, infatti …

…. Il cinquantesimo tiro, la relazione lo dice, è un tiro tutto bianco, la montagna è bianca con le sue spaccature, con i suoi anfratti e le sue gole, il sole, l’alba e l’aria sono bianchi e così le case laggiù in basso, come i villaggi lontani arenati sulla piatta pianura come navi imprigionate dalla secca, sono bianchi, e la corda che di chiodo in chiodo passa, è tutta bianca, e le tue idee, e le tue passioni e le aspirazioni sono tutte bianche.

….Il cinquantesimo tiro, la relazione lo dice, è un tiro tutto bianco, dove i nomi non sono più nomi e le parole non più parole. e solo la VOLONTÀ trascina.

…. Il cinquantesimo tiro è quello del dolore tutto bianco dove le mani ferite per la dura lotta non sanguinano e la gioia riarsa non duole e le idee ed i pensieri non costano fatica.

… Il  cinquantesimo tiro è quello della CONOSCENZA

… Il  cinquantesimo tiro è quello della VOLONTÀ

… Il cinquantesimo tiro è quello dove l’amore ha superato l’uomo che lo ha pensato

… Il cinquantesimo tiro è quello dove tutto il resto è bianco

… È il cinquantesimo tiro questo, la relazione lo dice, è quello dove da lontano e da sempre, si possono udire se non c’è vento, rintocchi leggeri di chiodi battuti, ma è inutile guardare, ascoltare, nulla ormai si scorge più, solo e a tratti e se non c’è vento, rieccheggia quel batter di chiodi, lontano, lontano.  Bella, smagliante e sola, sale libera lo VOLONTÀ appigliandosi direttamente all’anima di quel monte fatto ormai di luce, di quel monte ormai tutto bianco, di quel monte che ormai non nasconde, di quel monte che ormai dentro rimane!

È il cinquantesimo tiro, la relazione lo dice, quello che conduce ad una porta tutta di roccia.

AI di là il mondo non è più mondo e tutto è un gran respiro.

AI di là la terra non è più  terra e LIMITE e tutto appare.

AI di là tutto è come una lacrima, pura, e la parete è di sola luce, la luce stessa di quella grande lacrima.

AI di là di quella porta, la relazione lo dice, tutto è trasparente e ogni monte non getta ombra su di un altro monte, e ogni albero non getta ombra su di un altro albero, E OGNI UOMO NON GETTA OMBRA SU DI UN ALTRO UOMO.

Al di là di quella porta, lo sguardo scorre libero come il vento, e tutto abbraccia e tutto i comprende. Al di là di quella porta ogni monte non ha più vetta, ogni valle non ha più fondo, ogni fiume non ha più meta, e ogni uomo non ha più dolore perché tutto, tutto, tutto è luce perché tutto, tutto, tutto è una sola e grande estenuante Gioia!

Questo ripeteva IL MONTE con voce dura, a chi ormai vede, ma ancora cerca … a chi però ormai non ha più paura!

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